Comune di Temù

Il Comune
Via Roma, 38
25050 Temù (BS)
Tel. 0364-906420
Fax 0364-94365
info@comune.temu.bs.it

Sindaco: Roberto Menici

Informazioni Generali
Abitanti: 1014
Altitudine: 1144 m s.l.m.
Mercato: venerdì
Festa patronale: San Bartolomeo, 24 Agosto

Manifestazioni e Ricorrenze

  • FESTA DI SAN MARTINO: 11 novembre festa del patrono di Villa Dalegno
  • FESTA DEI SANTI MARTIRI: la seconda domenica di luglio festa del patrono di Molina e Lecanù
  • FIERA DI PONTAGNA: 9 settembre, nella festa patronale della Natività fiera di bestiame e di merci varie

Il comune di Temù, con le frazioni di Lecanù e Molina, nacque certamente dall’antica Dalegno, l’importante insediamento dell’Alta Valle Camonica, che già alla fine del secolo X aveva raggiunto l’autonomia ecclesiastica dalla pieve di Edolo. Sul conoide di deiezione del torrente Fiumeclo sorsero così le “ca’ noe”, le case nuove di Dalegno: si tratta di Lecanù, che costituiva un nucleo stabilmente abitato, cui si aggiunse Molina, sita sull’altra riva del Fiumeclo o forse poco più in là. Tutto ciò attesta la nascita di un centro agricolo di una qualche importanza, che viveva sullo sfruttamento delle prime coltivazioni di costa e sulla conseguente attività dei “molini”. Più a valle, sorgeva un altro agglomerato, poi destinato a divenire il più consistente, che rappresentava un punto di passaggio obbligato per i pastori di Mu, quando dovevano recarsi alla grande malga dell’Avio (ancor oggi in territorio comunale di Edolo, di cui fa parte l’antica Mu). nel Quattrocento il nuovo insediamento era già sviluppato, tanto che agli inizi del secolo fu un temunese, Giovanni Segalini, a ricoprire la carica di sindaco dell’intera Dalegno. Temù, ormai in posizione preminente rispetto alle frazioni, poteva verosimilmente contare su un’attività agro-pastorale di un certo rilievo, disciplinata dall’istituto della “vicinia”, la comunanza degli uomini “antichi originari” del paese, che deliberava sulle materie di interesse comune e sola poteva ammettere nuove famiglie all’associazione. I suoi compiti erano di grande importanza: provvedeva all’amministrazione delle terre comuni di pascolo, all’uso dei boschi, alla regolazione delle acque e ai lavori di mantenimento dei terrazzamenti, tanto necessari ai terreni coltivati, divisi generalmente in piccole proprietà. In tal modo Temù, pur dipendendo dal Comune di Dalegno, era in realtà largamente autonoma: la “vicinia” non solo sovraintendeva al delicato equilibrio in una zona in cui drammatica era la lotta dell’uomo contro la natura, fra terre comuni e proprietà private, fra interesse dei singoli e necessità collettive, ma finì per avere compiti più vasti, politici in un certo senso, occupandosi del culto, dell’istruzione pubblica, della mutua assistenza. Nel corso del Seicento, Temù ottenne l’autonomia comunale: dopo che, nel 1624, si erano divise Dalegno inferiore (Villa con Pontagna e Temù) e Dalegno superiore (Ponte con le restanti località), nel 1639 si separarono fra loro Villa, Pontagna e Temù con le due frazioni. Con un altro distacco da Villa, nel 1667 si costituiva altresì la parrocchia. Col Seicento, tuttavia, Temù raggiunse un grado di sviluppo sproporzionato alle risorse; col secolo successivo iniziò un periodo di maggiori difficoltà economiche, forse aggravato dalle purtroppo frequenti sciagure rappresentate da incendi e inondazioni. L’ Ottocento fu per molti versi un periodo di ripresa, con un aumento costante della popolazione, che dopo la metà del secolo si avvierà verso i valori attuali. Migliorarono le condizioni di vita, nonostante alcuni drammatici incendi, dal campo dell’istruzione a quello, soprattutto dopo l’Unità, dell’igiene pubblica e delle comunicazioni. Ma gravi restavano i problemi economici in tutta la valle, come dimostra il fenomeno dell’emigrazione, in pianura o anche all’estero, e spesso la povertà di quelli che restavano. Un cambiamento radicale sarebbe avvenuto più tardi, con la Grande Guerra, i lavori di costruzione delle centrali idroelettriche e, in anni recenti, il turismo; certo però, fino all’Ottocento, quella di Temù è la storia di un’esistenza non sempre facile, ma ricca di valori, di attaccamento alla tradizione e di solidarietà, che ha saputo testimoniare.



Da Vedere:

Parrocchiale di Pontagna è dedicata a Santa Maria e si caratterizza dal portale in marmo bianco su cui è visibile la data del 1627. La sua struttura è chiaramente in stile barocco e al suo interno è possibile osservare il ben dipinto raffigurante la Madonna col Bambino e Sant’Antonio da Padova opera di Giacomo Borgnini detto Bate che dipinse queste tele nella seconda metà del 1600. Questo dipinto è conservato in una soasa opera di Giovan Battista Ramus o della sua scuola. Un altro dipinto di maggior peso storico e superiore valore artistico raffigura la Madonna col Bambino e i Santi Gregorio e Rocco, opera databile per la sua fattura nel diciassettesimo secolo. Una seconda soasa, quella del presbiterio, pure opera di Giovan Battista Ramus, sempre del 1600 si ispira a moduli e stili nordici e scandinavi.

La Chiesa dei Santi Martiri di Lecanù, conserva all’interno una statua del 1400, in legno opera di mastro d’ascia, anonimo, proveniente dall’Alto Adige. A 1860 metri di altezza, alle falde degli speroni di Casola e Castablo, nel gruppo del Salimmo sorge l’antica chiesetta di Santa Giulia, il ricordo della sua costruzione è uscito dalla memoria degli uomini e non rimane nemmeno nelle carte ingiallite degli archivi. La gente della zona però si è sempre tenuta stretta alla tradizione, richiamata dal mistero di alcune certezze. La festa di Santa Giulia (che si tiene ogni anno il 16 Agosto) nacque sicuramente con la chiesetta la quale, già nella prima metà del Cinquecento,era cadente. Il popolo cerca,di solito, nei propri santuari una “leggenda” di fondazione, oppure ne vede le origini in qualche avvenimento straordinario per lo più dovuto a pubbliche calamità ,se non si tratta di una continuità santuariale della preistoria. La chiesetta, che ha l’aspetto di una baita in mezzo al bosco, la si può ipotizzare legata a un organismo ecclesiastico che ebbe in alta Valle influenza economica e religiosa. La sua fondazione è da collegarsi con il monastero di San Salvatore a Brescia, istituito nel 753 ai piedi del castello. Uno dei più antichi documenti che ricordano la chiesetta di Santa Giulia risale all’8 novembre 1312. E’ un investitura a Zalamegna di Dalegno dei fondi pertinenti e spettanti alla chiesa di Santa Giulia di Dalegno. Nel 1951 venne travolta da una valanga. La tenacia di un prete montanaro, don Gianni Donati di Pontagna e l’aiuto dei suoi parrocchiani, con diversi interventi, nel 1953 nel 1955 e nel 1963, la riportarono al primitivo splendore.

Link
Chiesa Parrocchiale di San Bartolomeo
Chiesa Parrocchiale di Pontagna Chiesa
Parrocchiale di Villa Dalegno
Chiesetta rurale di Sant’Alessandro
Chiesetta di Santa Giulia

Mappa del Comune: