Comune di Artogne

Il Comune
Via IV Novembre, 8 25040 – Artogne
Tel. 0364/598280
Fax 0364/598408
info@comune.artogne.bs.it

Sindaco: Maddalena Lorenzetti

Informazioni Generali
Abitanti: 3134
Altitudine: 2060 s.l.d.m
Mercato: Il venerdì dalle ore 8 alle 12
Festa Patronale: S. Cornelio e Cipriano, 16 settembre

Manifestazioni e Ricorrenze

  • Festa della montagna: ultima settimana di luglio in località Bassinale al Plan di Montecampione
  • Madonna della Neve: 5 agosto, festa patronale di Piazze
  • Settembre artognese: la seconda/terza settimana di settembre esposizione e manifestazioni per tutto il paese con palio delle contrade e Batterfly Ball Festival (rassegna delle migliori voci della Valle)
  • Sagra di S. Rocco: 16 agosto ad Acquebone
  • Artogne in mostra: in ottobre chiese e cortili aperti
  • Camminata dei tre campanili: in aprile
  • Biciclettata ecologica: in ottobre, organizzata dall’Aido e dall’Uisp
  • Sfilata di auto storiche: in ottobre

Storia, Arte, Cultura
Il paese di Artogne prende origine da un antico luogo fortificato posto sulla importante strada Valeriana, che percorreva in tutta lunghezza la Val Camonica. La probabile etimologia del nome «Hart Thon» (fortezza recintata) potrebbe deporre in tal senso. Non basta però un frammento di lapide romana ad attestare la presenza in loco di un pagus (borgo) romano. Come tutta la bassa Valle Camonica, in epoca carolingia il territorio fu donato ai monaci del convento francese di Tour. Attorno all’anno mille sembra che la chiesa di Sant’Andrea sia stata assurta a prima parrocchiale. Con l’avvento dell’economia curtense, sono i vescovi e feudatari che la fanno da padrone. Nel XII secolo, mediante scambi territoriali e donazioni imperiali, la Valle diviene feudo del vescovo di Brescia, che nella zona investe di beni e benefici la nobile famiglia dei Brusati (12 marzo 1233). Nel 1331 le vaste proprietà di Ghirardo Brusati, nel territorio di Artogne e Gratacasolo, furono acquistate da Zanone e Ziliolo, figli di Bojaco Federici di Gorzone. Sembra che proprio da questi accorpamenti di proprietà appartenenti ad antiche famiglie nobiliari, in molti casi decadute, abbia origine la potenza della famiglia Federici, che in breve tempo divenne, nei suoi innumerevoli rami, la più potente casata della Valle Camonica. Dal 1428 al 1797 Artogne passa sotto il dominio Veneto della Serenissima Repubblica. I Federici si avvicinano a più riprese e secondo le convenienze politiche del momento, alla nobiltà bresciana ed al Vescovo Berardo Maggi, allora Duca di Valle Camonica. Nel Catastico del 1610 redatto da Giovanni da Lezze, Artogne risulta avere una vasta autonomia comunale. La regione amministrativa comprendeva già le terre poste a mezza montagna di Piazze e Acquebone; la terra di Artogne produceva «scarsi cereali ed uve, ma molte castagne, fieni, pere e mele». Fonte notevole di reddito erano appunto le castagne secche e la produzione di biscotti, apprezzati anche fuori dalla Valle Camonica.


Da Vedere:

Parrocchiale dei Santi Cornelio e Cipriano del XVIII secolo, con la Pala con tela a olio raffigurante i Santi cui è dedicata. Famosa per la sua maestosa gradinata che, unica in Valle Camonica, conferisce maggior pregio anche a tutta la piazza antistante.

Chiesetta campestre di Sant’Andrea: caratterizzata da semplici portali resi suggestivi dal rosso della pietra simona; all’esterno, nella parete laterale destra, campeggia, un poco scolorito e bisognoso di cure, un gran S. Cristoforo e accanto un S. Andrea un po’ ridicolo, legato come un salame alla croce piantata in terra con uno dei suoi bracci di legno.Altre pitture all’interno: una bella Madonna che allatta, affreschi più tardi ma godibili, nella parete di fondo del presbiterio, separato dalla navata da una semplice cancellata in ferro battuto.Il campanile è cinquecentesco con scannellature eleganti sulle quattro facciate ed una sovrapposta cella campanaria.

Chiesa di Santa Maria Elisabetta: con affreschi emersi solo durante il restauro del 1907 e rappresentanti avvenimenti mariani.

Parrocchiale di Santa Maria della Neve a Piazze: dedicata a Santa Maria della Neve fu in antico una chiesetta eretta nei primi anni del 1500. Fu rifatta quasi completamente nel 1700 conservando il bel portale in granito. All’interno sono visibili alcuni affreschi del 1700 attribuiti al Quaglio. Due dipinti sono del Corbellini e raffigurano un “Cenacolo” e “Quattro evangelisti”. Buona fattura anche per una “Madonna” lignea.

Chiesa di San Rocco: pareti decorate con affreschi raffiguranti episodi di vita di Santi risalenti ai secoli XVII e XVIII. Situata  nella frazione di Acquebone: fu edificata nel 1588 e di pregevole conserva una statua del patrono “San Rocco” dello scultore Giacomo Rossi.

Sul territorio sono presenti diverse case dei Federici tra cui una con un portale in pietra di Sarnico e portone in legno borchiato del XV secolo. I Federici furono un’importante famiglia ghibellina della Valle Camonica. Tra il 1458 e il 1697 alcuni membri di questa famiglia hanno ricoperto per 54 volte la carica di Sindaco della Comunità di Valle Camonica.

Casa Albricci: un edificio che si caratterizza per le linee imponenti ma lineari e sobrie: lo stemma della famiglia campeggia sopra il portale principale mentre. Una fontana di marmo è posta nel cortile ed un camino in marmo caolino sito al primo piano sono presumibilmente del 1500. Gli Albricci erano una famiglia proveniente dalla vicina Val di Scalve, si stabilirono ad Angolo verso la fine del 1500 riprendendo l’arte della lavorazione del ferro che la famiglia originaria Scalvina aveva già portato a buoni livelli fin dal secolo precedente. Furono per secoli proprietari e dirigenti di alcune fucine che rimasero attive fino al disastro del Gleno nel dicembre 1923, in cui andarono distrutti tutti gli edifici adibiti a officina.


Mappa del Comune: