Comune di Losine

Il Comune
Via Prudenzini, 22 25050 – Losine
Tel. 0364/330223
Fax 0364/339343
info@comune.losine.bs.it

Sindaco: Paolo Agostini

Informazioni Generali
Abitanti: 567
Altitudine: 391 s.l.d.m.
Festa Patronale: Festa di S. Maurizio, 22 settembre

Manifestazioni e Ricorrenze

  • Festa della Liberazione: 25 aprile, in collaborazione con il Comune di Cerveno
  • Sagra del vino di Vallecamonica “Scior del Torcol”, fine settembre inizio ottobre


L’ antico stanziamento romano del comune di Losine è testimoniato da un’epigrafe murata all’esterno della sacrestia dell’ex parrocchiale.
Una prima chiesa di San Maurizio potrebbe essere stata fondata dai monaci di Tours nel sec. VIII-X, quando già forse esisteva la chiesa di Santa Maria del Castello. Un documento del 1182 ricorda la pacificazione, avvenuta appunto in San Maurizio, tra due rami della famiglia dei Griffi: nel 1174 il brenese Guiscardo aveva ucciso il losinese Biscardo e doveva ora riconsegnare ai figli dell’ucciso la torre di Losine. La famiglia Griffi, legata ai Martinengo, fu di parte guelfa e un Giovanni Griffi da Losine fu eletto nel 1182 vescovo di Brescia, contribuendo ad ampliare la potenza della famiglia. Nel 1311 l’imperatore Enrico VII nominò Stefano Griffi vice-vicario imperiale in valle e un Giovanni Griffi da Losine ebbe in seguito in feudo Bione. I Griffi (dei quali, secondo alcuni, era un ramo la famiglia dei Nobili di Lozio) ebbero vita difficile durante il periodo visconteo e furono presenti alla pacificazione tra le fazioni tenutasi nel 1397 al ponte Minerva, a sud di Breno. Nel 1402 i guelfi costruirono un fortilizio a Losine e uno a Niardo, che servì come base per disturbare i viscontei che occupavano il castello di Breno. Episodio saliente di queste contese fu il massacro dei Nobili per mano dei ghibellini Federici, che irruppero nel loro castello di Lozio il giorno di Natale del 1410. La dominazione di Venezia nel 1428 restituì agli alleati guelfi, e quindi anche ai Griffi, diritti e possedimenti. La famiglia si adoperò a favore di Venezia anche nella guerra contro Milano del 1446-48. Solo nel ’300 la chiesa di Losine fu autorizzata ad avere il battistero e un sacerdote officiante. Il comune di Losine si costituì nel ’400, traendo origine dalla primitiva vicinia, assorbendo gradualmente le proprietà dei Griffi, dediti ormai alla professione notarile o al commercio in centri più importanti. Nel ventennio fascista Losine fu aggregata amministrativamente a Breno; riconquistò la propria autonomia nel 1949.


Da Vedere:

Cantina Comprensoriale di Val Camonica: Losine propone ai suoi ospiti una struttura di recente realizzazione, la Cantina Comprensoriale di Valle Camonica. L’edificio, per quanto di recentissima realizzazione costituisce certamente un valido esempio di come sia stato possibile recuperare l’attività vitivinicola camuna per proporla sul mercato presente. La visita si propone di mostrare l’attività di vinificazione attuale, dove la qualità dei prodotti diviene l’obiettivo principale, consci del fatto che in un contesto di viticoltura estrema, di montagna, come quello della Val Camonica, si possa essere vincenti solo con vini di assoluto valore. Le tecniche e le attrezzature più moderne, nel pieno rispetto della tradizione, e la costante attenzione in vinificazione hanno saputo rendere in pochi anni la produzione di assoluto valore.

Calchera, la caldera e le cantine per la produzione del vino. Poste ai piedi della Concarena c’erano le calchere, cioè forni di calcificazione dove la pietra calcarea veniva cotta e trasformata in calce. Delle quattro originarie calchere presenti a Losine, solo una è rimasta a raccontarci la testimonianza di storie di uomini e pietre. E’ una delle più recenti della Valle Camonica ed è stata utilizzata fino al 1960, mentre le altre sono state demolite a favore della costruzione di case site nel centro storico del paese. Restaurata, è oggi possibile ripercorre la fasi di lavorazione della pietra. Accanto alla produzione della calce, le famiglie trovavano sostentamento nell’allevamento del bestiame e nella coltivazione del campo. Ecco l’antica caldera cioè un caseificio organizzato in una società cooperativa di allevatori che portavano il loro latte e producevano formaggi locali. Utilizzata fino al 1970 e poi abbandonata, oggi restaurata e di nuovo utilizzabile, è sotto il vincolo della Sovrintendenza e mostra un interno architettonico unico. Non poteva mancare il “Scior del Torcol”, cioè il Signore del Torchio, manifestazione legata a tutto ciò che ruota intorno al mondo del vino con l’apertura delle antiche cantine poste nel centro storico del paese.

Parrocchiale nuova del Sacro Cuore:  decorata all’inizio di questo secolo, nel 1922, da Giuseppe Cominelli. Custodisce però un affresco del 1500 della Madonna col Bambino ed una tela del 1600 rappresentante l’Assunzione di Maria.

Parrocchiale vecchia dedicata a San Maurizio: di antichissime origini, è stata più volte ristrutturata e addirittura rifatta in gran parte. Nella parte sud dell’edificio si distinguono chiaramente alcuni resti dell’antica torre campanaria ed una monofora della chiesa originaria. All’interno sono visibili degli importanti affreschi attribuiti al Quaglio.

Chiesa di Santa Maria del Castello: una delle più antiche della Valle Camonica, fu edificata a partire dall’anno 1000 e completata poi nel secolo successivo. Il tempio fu costruito sulla sommità di una collina su cui precedentemente era collocato un castello o una fortificazione militare di antichissime origini. Nella chiesa, nella campata centrale, sono visibili un abside semicircolare con un tratto di muratura originaria ed una monofora a croce greca. Notevole una decorazione ad affresco che raffigura il Pantocrator tra i simboli degli Evangelisti. Per alcuni studiosi questo dipinto richiama, in parte, l’arte di Michelino da Besozzo. Di notevole fattura la soasa sull’altar maggiore che racchiude la pala raffigurante un’Assunzione.

Mappa del Comune: