Comune di Sonico

Il Comune
Piazza IV Novembre, 1
25048 – Sonico
Tel. 0364/75030
Fax 0364/75391
info@comune.sonico.bs.it

Sindaco: Fabio Angelo Fanetti

Informazioni Generali
Abitanti: 1269
Altitudine: 650 s.l.d.m.
Festa Patronale: San Lorenzo,10 agosto

Manifestazioni e Ricorrenze

  • Festa di Sant’Antonio: 17 gennaio festa del patrono a Rino
  • Festa della Natività di Maria Vergine: 8 settembre festa del patrono di Garda
  • Rassegna bovini nel mese di ottobre e novembre


Nel territorio del comune di Sonico vi sono molte testimonianze di antichissimi insediamenti umani o il passaggio di gruppi di uomini preistorici, forse cacciatori che si erano spinti in alta Valle Camonica o che erano scesi dalla non lontana Valtellina, seguendo la cacciagione in fuga, è attestata da alcuni utensili in selce ma specialmente da belle incisioni rupestri che sono state individuate sul (Còren de le fàte) Corno delle Fate, a circa 800 m. di quota. Questo sito è uno sperone roccioso posto in stupenda posizione panoramica, su cui gli antichi sacerdoti del popolo dei Camuni (del ceppo Ligure e poi Celtico) sicuramente, come in altri siti elevati e perciò più vicini algi dei, celebravano i loro ancestrali culti pagani. Le varie incisioni rupestri trovate sul Corno rappresentano infatti dei simboli solari, delle figure di idoli, degli ominidi ma anche animali, armi e palette. Altre incisioni sono state rinvenute su alcune rocce levigate poste nei pressi del dosso “Fobbio”, ai cui piedi doveva transitare l’antichissimo sentiero che collegava i primi insediamenti abitativi della zona: i borghi di Garda e di Rino. Anche i Romani, dopo la conquista della Valle Camonica, nel 16 a C., posero nella zona un punto di cambio cavalli, forse custodita e sorvegliata da una piccola guarnigione o impiantarono una stazione di posta. La loro presenza è chiaramente attestata anche dai resti di un ponte che, venuto alla luce durante l’alluvione del 1960, in località Dassa (dove sorge un altro ponte sull’Oglio, molto più recente, e un sovrappasso ferroviario che, nel 2010, è stato inagurato per evitare una strettoia, sulla SS42, che aveva creato per decenni un strozzatura alla viabilità di tutta l’alta Valle Camonica), è caratterizzato da un arco a sesto ribassato e da pietrame locale con conci fortemente e saldamente incuneati tra loro. Importanti e antiche famiglie bresciane e della Valle Camonica, giurando fedeltà alla Curia, ebbero a Sonico vasti possedimenti e ricevettero molti diritti feudali che il Vescovo di Brescia concedeva per la riscossione delle imposte e la ricca raccolta delle decime che andavano poi all’antichissima pieve di Edolo. Di queste stirpi che in zona, dopo l’infeudamento vescovile, rivendicarono per un lungo periodo dei diritti e privilegi di proprietà e possesso vanno ricordati i Ronchi di Breno, i Federici di Erbanno (uno dei tanti rami in cui si divideva questa famiglia che ricevette benefici anche da Federico Barbarossa, da cui sembra abbiamo preso il nome), i Magnoni di Malonno, i Personi di Ossimo, i Dalla Torre di Cemmo che nella zona rivendicarono privilegi fino oltre il 1300. Solo nel 1630 la parrocchiale di Rino ottenne la separazione da quella di Sonico che fino ad allora era ritenuta la chiesa madre e in cui si svolgevano tutte le funzioni religiose (che in quel periodo avevano anche un profondo significato politico e amministrativo). Come in altri numerosi paesi della Valle Camonica, anche per Sonico, dall’epoca romana, durante tutto il medio evo e poi sotto la lunga dominazione della Serenissima Repubblica Veneta, una grossa fonte di reddito e ricchezza fu l’estrazione e la lavorazione di materiali ferrosi. Numerose erano le fucine e i forni fusori tra cui uno di proprietà della potente famiglia bresciana dei Martinengo che aveva vasti possedimenti in tutta l’alta valle. Una certa notorietà, non solo locale, ebbero numerosi artigiani Sonicesi che, insieme a quelli di Santicolo di Corteno, gestivano una rinomata scuola di arte muraria da cui partivano numerosi lavoratori che si recavano anche in stati esteri e molto lontani a costruire palazzi e magioni signorili ma specialmente edifici religiosi.


Da Vedere:

La Chiesa di San Lorenzo si trova nel territorio del Comune di Sonico, nella frazione di Garda. L’edificio si affaccia da un terrapieno ricavato nella roccia ai margini di Garda, in posizione dominante la valle, spettacolare la vista che si gode da lassù! Non si deve dimenticare, inoltre, nella determinazione della posizione della chiesetta, l’incontro di una serie di strade che conducevano verso le diverse parti della Valcamonica e anche verso le montagne. La sua costruzione in questo punto “strategico” era un riconoscimento dell’importanza che Garda aveva nella prima parte del Medioevo. La chiesa è orientata ad est e presenta una poderosa torre campanaria. Si presenta divisa in due navate, con un ampio presbiterio rettangolare. Tracce della struttura romanica sono visibili nella parte inferiore della facciata e nel fianco meridionale. Una incisione alla destra del porale sembrerebbe datarla al 1159. A metà del XII secolo doveva essere una struttura ad aula singola, quasi certamente conclusa da un’abside semicircolare. Nel seicento subisce una profonda ristrutturazione con l’aggiunta della seconda navata, e del campanile, forse in sostituzione della torre precedente. Nel corso del novecento l’altare marmoreo viene trasferito in Santa Maria Nascente, la chiesa che ne prende anche il posto di parrocchiale, pur dipendendo comunque dalla Pieve di Edolo. Adiacente alla chiesetta sorgeva in origine un convento utilizzato dalle suore per i ritiri spirituali, ora, ristrutturato e riadattato, ospita un albergo-ristorante.

La Chiesa di Sant’Andrea, edificata nella prima metà del XII secolo, è stata a lungo la Parrocchiale di Sonico, benché sorga fuori dal paese, su una piccola altura lungo l’argine destro del fiume Oglio. Dell’originaria struttura romanica restano i muri dell’unica navata più volte restaurati durante i secoli, mentre l’abside primitiva è stata sostituita da un presbiterio rettangolare. La porta principale non è sulla facciata, ma su una parete laterale. La dedica a Sant’Andrea e la particolare posizione fanno pensare all’esistenza di un ricovero per i viandanti. Nel 1500 la Parrocchia viene trasferita nella nuova chiesa di San Lorenzo, e Sant’Andrea viene custodita e curata da un eremita, dopo anni di abbandono, le recenti opere di recupero sono volte a restituire alla costruzione l’antica dignità.

Il Santuario della Madonna della Pradella fu eretto nel 1400 ma numerosi sono stati gli interventi nel corso dei secoli successivi. E’, anche attualmente luogo di pellegrinaggio, come lo fu per secoli. Sulla parete di fondo è visibile una statua della Madonna con Bambino. Della campana del campanile, recante la data 1421 (la più antica di tutta la provincia di Brecsia) abbiamo già scritto nella storia.

Nella bella frazione di Rino possiamo notare la Torre medievale, in piazza Sant’Antonio. Questo antichissimo manufatto, di chiara origine militare, risalirebbe a prima dell’anno Mille. La Parrocchiale di Sant’Antonio Abate sempre a Rino reca sul portale in marmo chiaro la data del 1750. Il campanile, in granito adamellino, risale invece al 1600. Di notevoli dimensioni all’interno del tempio un affresco del Corbellini del 1700.

 

Mappa del Comune: