Comune di Incudine

Il Comune
Piazza Marconi, 16 25040 – Incudine
Tel. 0364/71368
Fax 0364/73003
info@comune.incudine.bs.it

Sindaco: Luigi Giancarlo Marchioni

Informazioni Generali
Abitanti: 410
Altitudine: 910 s.l.d.m.
Festa Patronale: San Maurizio, 22 settembre

Manifestazioni e Ricorrenze

  • Festa di S. Anna: l’ultimo sabato di luglio presso il santuario di S. Anna e S. Vito; le statue dei due Santi sono portate in processione perpetuando un’antica usanza
  • Festa dell’emigrante: 14 agosto presso il santuario di S. Anna e S. Vito
  • Festa degli alpini: periodo di ferragosto (3 giorni di festa)
  • Festa della Protezione Civile (fine luglio/inizio agosto)


La tradizione popolare tramanda che il comune di Incudine fu fondato in epoca romana o medievale, come campo di raccolta e di sorveglianza per schiavi; oppure in epoca post-romana da gruppi nomadi di origine ungherese. Un documento del 1032 riporta il decreto del vescovo di Brescia, che svincola da Edolo alcuni paesi, tra cui Incudine: come entità amministrativa autonoma, fu uno dei primi riconosciuti dal vescovo bresciano in Val Camonica. Alla fine del ’200 lo sfruttamento dei beni del comune fu ceduto dalla curia di Brescia ad alcuni vassalli locali. Il 3 giugno 1446 il comune fu liberato dall’affitto dovuto al vescovo. L’autonomia comunale fu confermata a più riprese nel ’500; nel 1532 furono investiti di beni in zona anche i Federici. Gli anni vicino al 1630 furono funesti per gli abitanti di Incudine, che, oltre alle vittime della peste, dovettero sopportare anche una grossa inondazione e la carestia. Dopo il 1650 i parroci della zona curarono l’istruzione dei giovani, istituendo una scuola che funzionò fino alla fine dell’ ’800. Nel 1732 erano più di 100 gli emigranti, specialmente verso il Veneto. Il periodo napoleonico non fu tranquillo per l’alta valle, a causa del passaggio e dei combattimenti fra le truppe francesi e austriache per poter controllare il passaggio sui valichi del Tonale e del Mortirolo. Nel 1815, dopo la sconfitta di Napoleone e il conseguente armistizio, il Congresso di Vienna sancì il passaggio di tutte le terre della scomparsa Repubblica Veneta alll’impero austriaco. Nel luglio del 1849 si stabilirono momentaneamente in zona i Cacciatori delle Alpi guidati da Garibaldi. Dopo la sconfitta garibaldina a Vezza d’Oglio nel luglio 1866, il colonnello Caldesi si acquartierò a Incudine, ma il paese cadde in mano austriaca, subendo violenze e incendi. Il primo periodo del Regno d’Italia fu caratterizzato da una massiccia emigrazione di abitanti di Incudine verso gli Stati Uniti, l’Australia, la Svizzera, la Francia e il Belgio. Durante la prima guerra mondiale il comune fu centro di comandi militari e la canonica fu sede di uno dei comandi dai quali si dirigevano le operazioni sul fronte dell’Adamello. Nel primo dopoguerra questa momentanea ed effimera prosperità, legata al conflitto, si ridusse e Incudine ridivenne un piccolo borgo alpino.

Itinerari
Incudine – S. Vito e S. Anna (m 1.877)

Pianaccio – Val Andrina


Da Vedere:

Parrocchiale di San Maurizio

Chiesa di San Bernardino a Vago

Casa Camadini e Casa di Piazza Marconi a Solivo

Resti del Castello Medioevale

Trincee del Davenino: si raggiungono dalla SS.42 del Tonale e della Mendola. Realizzate durante il primo conflitto mondiale, rappresentano i manufatti militari più facilmente visitabili. Il complesso fortificato dei Davenino costituiva la terza delle linee arretrate del fronte e faceva parte dello sbarramento del Mortirolo. Tale imponente opera bloccava letteralmente la valle, nel suo punto più stretto, sia nella piana attorno al fiume Oglio sia sui due costoni laterali. Lo sbarramento era caratterizzato da una lunga trincea, che in molti tratti è ancora ben visibile e percorribile, costituita da due murature in granito e malta di calce con copertura in cemento; larga un metro e alta due, partiva dalla zona di Davenino, scendeva sul costone al Solivo fino alla strada statale, attraversava il fiume e risaliva il versante al Vago. Sul versante orografico sinistro della valle, trinceramenti e reticolati erano stati disposti dal fiume sino alle Baite di Piazza e Tognolo e, più in alto, fino alle pendici dei Monte Piazza, mentre su quello destro raggiungevano il Pianaccio e il Monte Pagano. Tutta la galleria era dotata di finestrelle, disposte ad intervalli di 50 cm nella muratura rivolta verso Vezza d’Oglio. Dalle aperture, strette all’esterno e larghe all’interno, i fucilieri avrebbero dovuto impedire l’eventuale avanzata austriaca in direzione della Valle Camonica. Un ulteriore elemento della struttura di difesa dei Davenino è costituito da quattro postazioni per mitragliatrici, disposte lateralmente alla linea trincerata e che dovevano, con il loro tiro incrociato, appoggiare la resistenza dello sbarramento.

Mappa del Comune: