Comune di Breno

Il Comune
Piazza Ghislandi, 1 25043 – Breno
Tel. 0364/322611
Fax 0364/32261
info@comune.breno.bs.it

Sindaco: Sandro Farisoglio

Informazioni Generali
Abitanti: 5014
Altitudine: 343 m s.l.m.
Mercato:
Il giovedì dopo la seconda e la quarta domenica del mese e la quinta quando esiste
Festa patronale: Festa di S. Valentino – 14 febbraio

Storia, Arte, Cultura
Capitale istituzionale e culturare della Val Camonica, una tra le più belle Valli della provincia di Brescia, Breno dista 68 Km da Brescia, 66 Km da Bergamo e 116 Km da Milano Con circa 5000 abitanti il suo territorio si estende sulla riva destra del fiume Oglio, con colline parzialmente coltivate e montagne con boschi cedui e di conifere. Sovrasta il paese la collina del Castello, primo insediamento umano a Breno risalente al periodo Proto-Camuno. Il comune fa parte del Parco Nazionale dell’Adamello. Astrio, Pescarzo, Mezzarro e Pilo-Campogrande sono le frazioni del paese. Breno, oggi come nel passato, deve la sua importanza al fatto di essere centro di servizi comprensoriali della Vallecamonica: e ciò per posizione geografica, oltre che per tradizione. Alle spalle del presente, una lunga storia che si spinge fin nel calcolitico, come hanno messo in luce recenti scoperte archeologiche effettuate sulla collina del castello. Anche l’etimologia ci riporta ad origini assai lontane, sia che si assuma come radice il celtico brig (monte) oppure il cognome ugualmente celtico di Brennos, o la voce briù o braè (ponti o intrecciatura di pali a scopo difensivo) come nella Gallia. È perciò molto verosimile pensare ad una intelaiatura di pali, alla maniera gallica, tra la rupe del Castello e quella del Cerreto, onde precludere l’accesso alla vallata [Ertani]. In questa direzione si colloca anche il nome della frazione di Astrio (Oahstre, il castium), la più alta piazzaforte contro gli estranei. Servì certamente contro i Romani al tempo di Augusto. Certo è che le difese non furono sufficienti a contenere a lungo l’urto delle legioni romane ed anche Breno divenne parte della Provincia romana. Interessanti reperti del periodo preistorico e romano sono custoditi nel museo civico. Recentemente, in località Spinera è stato riportato alla luce un edificio religioso romano di proporzioni imponenti, verosimilmente costruito su un precedente edificio indigeno dedito al culto delle acque, posto tra la riva orientale dei fiume Oglio e uno sperone roccioso ricco di grotte e sorgive.


Da Vedere:

La chiesa di S. Antonio: uno dei pochissimi esempi d’architettura neogotica in Valle, risalente alla fine del sec. XIV è posta nell’omonima piazza.Al suo interno, nel presbiterio, possiamo trovare gli affreschi del Romanino (1535): l’abilità dell’artista bresciano nel definire con rapidi tocchi essenziali e costruttivi il carattere dei volti o di un ambiente, gli consente di spingere ancora più a fondo che a Bienno ed a Pisogne, la ricerca delle soluzioni drammatiche, che sono tanto congeniali al suo temperamento realistico ed espressivo. Altri affreschi degni di segnalazione sono degli ex-voto che risalirebbero al 1400, mentre è sicuramente posteriore la pala d’altare, che riproduce la Vergine in trono con santi, di Callisto Piazza.

Il Castello: sorge sopra uno spuntone di roccia emergente al centro della valle, a strapiombo sul fiume Oglio e dominante sui due versanti opposti della Valle Camonica Sulla cima e sul fianco più ripido della collina gli scavi archeologici hanno portato in luce una serie di abitati preistorici sovrapposti. Tra questi i più antichi (Periodo Neolitico) vengono fatti risalire al 4000 a.C. Sempre di questo periodo antichissimo sarebbero alcune tombe, mentre altri resti appartengono all’Età del Rame (3000-2500 a.C.). In uno strato profondo del cortile del castello sono stati trovati alcuni manufatti, ma anche ossa e resti di fuochi che rappresentano le più antiche tracce dell’uomo in Valcamonica e in tutto il nord Italia risalendo alla fine dell’età paleolitica, forse 9000 anni prima di Cristo. L’edificazione del castello, le sue continue modifiche nei secoli, il suo ampliamento, le sue ricostruzioni sembra che abbiano impedito la conservazione e successivo ritrovamento dei resti di un sito dell’Età del Bronzo (1550 a.C.) che doveva essere concomitante con le strutture esistenti.Il castello nacque presumibilmente da alcune residenze signorili o case-torri che formavano il primo nucleo, ma ben prima dell’anno Mille, sul stesso luogo, doveva già essere edificata e adibita al culto, una piccola chiesa dedicata a S. Michele. Le mura, che ora si possono in parte osservare, comprendono varie strutture successive proposte nei secoli che vanno dal XII al XVI. Gli elementi più antichi sono le due torri maggiori (in parte diroccate) e le costruzioni ad esse connesse. La torre-porta che vigilava sull’ingresso principale ed alcune parti delle vaste cinta murarie sono ben conservate (altre diroccate).

 

Mappa del Comune: