Pesca sul Lago di Iseo

Nelle acque del Lago è possibile praticare la pesca dilettantistica, durante tutto l’arco dell’anno, nel rispetto delle regole e dei periodi di divieto di cattura delle specie ittiche.

Le specie ittiche presenti nel lago d’Iseo sono 23; tra esse ricordiamo il salmerino – di grande importanza biogeografia perché si tratta di un relitto glaciale – il cavedano, il vairone, la tinca, l’alborella, l’ anguilla, il luccio, il coregone.

Alcuni pesci, come la trota iridea, il persico-trota e il persico sole, sono stati introdotti artificialmente; mentre la carpa è stata introdotta nel Sebino in epoca romanica. Alcune fasce di costa lacustre sono importanti dal punto di vista biologico in quanto zone di riproduzione (fregola) del salmerino, dell’agone, del coregone, del luccio, della carpa. Le problematiche condizioni ambientali del lago legate al processo di eutrofizzazione, di inquinamento e di carente ossigenazione delle acque, hanno influito notevolmente sulla ricchezza della fauna ittica, ostacolando la vita soprattutto di quelle specie che, come i salmonidi, per vivere e per riprodursi necessitano di acque pulite, fresche e ben ossigenate. Anche il fiume Oglio presenta un popolamento ittico interessante che, pur essendo simile a quello del lago, annovera specie caratteristiche come il barbo, la lasca, il pigo ed il cobite.

La pesca è sempre vietata da un’ora dopo il tramonto ad un’ora prima dell’alba, con la sola eccezione della pesca notturna, consentita solo per la pesca dell’anguilla.

Per poter pescare nel lago d’Iseo, oltre ad essere in possesso della licenza governativa di tipo B per la pesca sportiva, bisogna seguire le regole provinciali consultabili sul sito della Provincia di Brescia.

La pesca della Tinca

La tinca è un corpulento pesce dalla schiena verde scuro e dal ventre incredibilmente giallo, autentico simbolo dei ciprinidi autoctoni delle nostre acque dolci e protagonista della cucina tradizionale nel Lago d’Iseo e dintroni. La tinca è il più grande dei ciprinidi autoctoni Italiani (la carpa è più grande ma come già detto è alloctona: è stata introdotta dall’uomo in epoca romanica), ed ha abitudini bentoniche. E’ un pesce che può oltrepassare i 5 chilogrammi di peso, è numericamente abbondante e si riproduce a maggio e nelle prime settimane di giugno, periodo in cui la si può incontrare ovunque. E’ diffusa in tutto il lago, si adatta a tutte le tipologie di ambienti purchè vi sia cibo e acqua molto pulita (nonostante si nasconda e nutra nel fango); frequenta sia il fango che l’alga e la si può incontrare anche sulle pareti rocciose. Le tecniche migliori per la pesca di questi esemplari sono la pesca a rete e la pesca all’aspetto (in apnea), mentre risulta molto poco proficua la pesca a lenza. La tinca infatti si nutre sul fondo ed il cibo deve essere immobile, quindi l’esca va posizionata e non può essere mossa. Se una volta posizionata, la nostra esca sprofonda nel fango o nel limo del fondale, la tinca farà fatica a trovarla e questo rende la pesca a lenza di questo esemplare più faticoso. Inoltre le tinche si nascondono e si nutrono sotto le alghe la cui elevata consistenza (dovuta alle acque calme dei laghi, differenti da quelle molto agitate di fiumi e torrenti) costituisce un naturale impedimento nel posizionamento delle esche.

La pesca del Salmerino

Il salmerino è molto simile alla trota come forma, un pochino più allungata ed affusolata, ha una colorazione scura a macchie tonde più chiare, le pinne e la pancia hanno dei riflessi rosati, ha mascelle molto forti e carni bianchissime alcuni le ritengono più saporite di quelle della trota. Vive principalmente in acque profonde e pulite sui fondi rocciosi del lago. Si riproduce da Novembre a Gennaio risalendo dalle profondità per deporre le uova. Si nutre di sostanze planctoniche, larve, insetti, molluschi e in età adulta anche di altri pesci. Date le sue abitudini alimentari una buona tecnica di pesca è quella dello spinning, una tecnica effettuata lanciando e recuperando delle esche particolari costruite con materiale metallico o plastico dette artificiali. L’esca artificiale imita a grandi linee il nuoto del pesce in difficoltà, questo movimento attira l’attenzione del predatore. Bisogna fare molta cura nel recuperare l’esca nel modo più naturale possibile, in modo da stimolare l’aggressività o la competizione alimentare o addirittura territoriale.