Il Monte Guglielmo: caratteristiche e itinerari

LA MONTAGNA DI TUTTI I BRESCIANI
Il Monte Guglielmo, dialettalmente Gölem è una montagna speciale per molti versi e di ciò si ha sicura sensazione non solo guardandolo da sotto ma anche, e soprattutto, rimontandone la gigantesca e docile groppa. Il fascino non è facilmente definibile, ma indubbiamente attribuibile alla casuale alchimia di più fattori, tutti discendenti a cascata dalla posizione privilegiata e felicemente anomala: un pezzo di Alpi che una mano gigantesca ha sbalzato lontano dal consorzio dei suoi simili, poggiandolo quasi al limitare della pianura ed a balcone sullo specchio del Sebino. È un gigante isolato e la più vicina elevazione col suo ordine di grandezza è il Muffetto , a oltre dieci chilometri verso nord, pilastro terminale della dentata ed alta catena proveniente dal “nodo” del Setteventi (le montagne hanno nomi di bellezza incredibile) nella zona del Maniva.

LE FORME E LE ROCCE DELLA GRANDE DORSALE TRA VALLE TROMPIA E SEBINO
Da lontano il Guglielmo appare come una montagna isolata, dalla forma ben definita, un’immagine nota e consueta alla maggior parte dei bresciani. In realrà il monte appartiene ad una dorsale allungata situata tra il lago d’Iseo e la media Val Trompia, di cui il Castel Bertino è la cima più alta (1948 m), ma lungo la quale si allineano parecchie altre cime: la Punta Caravina (1847 m), il Dosso Pedalta (1957 m), il monte Stalletti (1686 m). La morfologia è ulteriormente complicata dal fatto che il Guglielmo si trova nel punto nodale di incontro tra questa dorsale e lo spartiacque che con direzione perpendicolare separa il bacino della Val Trompia da quello della Val Camonica. La caratteristica principale del Guglielmo sta forse nel contrasto tra le forme aspre della dolomia e quelle dolci e arrotondate prodotte dalle formazioni rocciose più tenere e facilmente erodibili, contrasto che è spesso osservabile nel paesaggio di entrambi i versanti, come ad esempio nella conca di Zone, tra le due catene dolomitiche della Corna Trentapassi e di Tisdèl-Fallèra e ele rocce tenere e friabili costituite da arenarie, siltiti e calcari marnosi che si incontrano salendo alla Croce di Zone. Così le depressioni che corrispondono ai quattro passi (Croce di Marone, Colmetta di Gasso, Sella di Spino e Forcella di Sale) sono scavate in rocce fortemente erodibili come pure la conca di Zone ed il fondovalle delle Valli di Gasso e dell’Opol. Al contrario le rocce calcareo-dolomitiche, stratificate in grossi banchi o addirittura non stratificate, presentano una notevole resistenza agli agenti atmosferici e determinano la formazione di versanti acclivi a morfologia accidentata, con pareti rocciose e dirupi.

ITINERARI E SENTIERI SUL MONTE GUGLIELMO
Gli itinerari di salita verso la vetta del monte Guglielmo sono ampiamente descritti nelle guide specializzate, ma una breve presentazione di quelli principali non è eludibile. Innanzitutto, sull’asse nord-sud, corre e tocca la vetta l’itinerario di maggior prestigio delle Prealpi bresciane, quella dell’Alta via delle Tre valli realizzata nel 1981 dalle società escursionistiche bresciane e meglio conosciuta come sentiero 3V “Silvano Cinelli”, che nel suo percorso di circa 130 chilometri percorre l’intero “ferro di cavallo” delle creste spartiacque della Val Trompia con le limitrofe Valle Sabbia e Val Camonica.

Percorsi per attraversare i territori delle 3 Valli sul Monte Guglielmo