Oratorio dei Disciplini di Montecchio

L’Oratorio dei Disciplini, conosciuto anche come Oratorio dei Morti o Chiesa di santa Maria del Suffragio, è un piccolo edificio posto alle spalle della chiesa parrocchiale di Montecchio, nei pressi dell’antico ponte sull’Oglio che porta a Boario Terme.

La sua costruzione, secondo quanto emerge dall’analisi degli affreschi, risale ad un periodo compreso tra la fine del XIV e l’inizio del XV secolo. Secondo la tradizione l’edificio era in origine una cappella o l’atrio d’ingresso del cimitero di Montecchio, costruito per dare sepoltura degna ai corpi degli abitanti morti a seguito dell’alluvione che distrusse quasi interamente il paese nel 1471. Queste voci sembrano aver trovato conferma quando venne eretto nel 1922 il monumento ai caduti di fronte all’Oratorio dei Disciplini, e durante gli scavi delle fondamenta riemersero numerosa ossa umane.

In periodi successivi la cappella fu trasformata in lazzaretto, le sue pareti affrescate vennero imbiancate, e la struttura incorporata nella casa parrocchiale. Venne poi inserito un altare con soasa sulla parete di fondo, e forse nel XIX secolo, fu aperta una finestra sulla parete sud, rovinando la crocefissione che vi era dipinta.

Nel 1926 si intervenne per togliere l’intonaco e recuperare gli affreschi, che furono restaurati a cura della Soprintendenza da Ottemi della Rotta nel 1962.

L’Oratorio dei Disciplini è un edificio è alto due piani, con un tetto a capanna, ed orientano in direzione est-ovest con l’ingresso sulla parete occidentale. Il portale d’accesso in pietra grigia, databile al settecento, è attorniato da due finestre rettangolari con davanzale in arenaria rossa. Si legge ancora chiaramente nella facciata la presenza di un antico arco che doveva decorare la cappella, ma che successivamente è stato tamponato.

Sul lato nord esterno il Carnevali nel 1912 segnalava la presenza di affreschi raffiguranti l’Adorazione dei Magi ed una Madonna con bambino; oggi non ne rimangono che poche tracce.

L’interno della cappella ha una pianta quasi quadrata (6,50 m x 6) ed è caratterizzato da due pareti (quella meridionale e orientale) interamente affrescate e due (quella occidentale e settentrionale) che portano i segni di archi a lieve sesto acuto, oggi murati.

Il soffitto è decorato da una volta a crociera contenente al centro un Cristo Pantocrator rappresentato seduto, sbarbato, con una mano benedicente e con l’altra appoggiata sul Vangelo. Attorno a lui una mandorla decorata con elementi raggiati e angeli dalla quale dipartono quattro file di scranni lignei sui quali prendono posto numerose figure dipinte: gli apostoli, gli evangelisti, i padri della Chiesa, diaconi, papi, patriarchi, vescovi e frati.

Nella parte più occidentale della volta, quella sopra l’ingresso, un altro affresco rappresenta una Madonna della Misericordia, che col suo sontuoso mantello, aiutata da schiere di angeli, copre una moltitudine di gente di varie classi sociali rigidamente divisa per genere: le donne a sinistra di Maria, gli uomini a destra. Lungo gli angoli delle pareti ovest e nord, dove un tempo si aprivano gli archi, sono rappresentati degli angeli che suonano delle trombe facendo risorgere i morti dai loro sepolcri.

La parete est, pur seriamente danneggiata nel settore centrale, riporta una serie di raffigurazioni inscritte in riquadri di estremo interesse: nella parte inferiore sul lato destro si trova una Madonna in trono con ai lati i santi Rocco e Sebastiano, che si invocavano a protezione delle pestilenze; alla sinistra un san Lorenzo ed un ulteriore riquadro con una Madonna con bambino benedicente. Il registro superiore presentava invece un’assunzione di Maria, che nella parte centrale è andata perduta.

La parete verso sud riporta invece una complessa scena che descrive la crocifissione, sfortunatamente danneggiata dall’apertura successiva di una finestra nel mezzo dell’affresco. E’ singolare riportare che, a causa della caduta di alcuni frammenti di questo dipinto, sono emerse delle tracce di un disegno sottostante, che a detta degli studiosi potrebbe esser datato, per lo stile goticheggiante, alla fine del XIV o all’inizio del XV secolo.

L’importanza dell’Oratorio si registra non solo per nei sui magnifici affreschi, ma anche nella presenza di frammenti pittorici databili al XIV secolo, che costituiscono una delle rare testimonianze di arte murale camuna precedente alle opere di Giovanni Pietro Da Cemmo.

Indirizzo: Montecchio, via del Ponte
Apertura: 10.00 alle 17.00.
Contatti: Parrocchia di Montecchio 0364.531385