Chiesa di San Giovanni Battista di Edolo

Nel cuore di Edolo, sul limitare occidentale del centro storico, si erge la chiesa dedicata a San Giovanni Battista. Anche se non ci sono elementi certi riguardo l’anno di fondazione, si sa che la sua prima menzione risale al 1422, quando venne nominata nel beneficio testamentario di Comina Gazini. Circa cento anni dopo, attorno al 1522, San Giovanni assunse il titolo di parrocchiale di Edolo, rendendosi indipendente dalla Pieve di Santa Maria Nascente, che era posizionata sulla sponda opposta dell’Oglio nella località di Capo di Ponte di Mù.Questo nuovo titolo diede l’avvio a lavori di ampliamento e ristrutturazione dell’edificio, che si conclusero entro il 1532, quando lo stesso venne riconsacrato. Il fatto è conosciuto grazie al ritrovamento di un documento pergamenaceo avvenuto nel XVIII secolo, che ne ricordava l’evento.
Nella pergamena si riportava che alla cerimonia di riconsacrazione era presente l’arcivescovo Andrea di Spalato, delegato del vescovo di Brescia Francesco Corner. Nel 1545 fu invece inaugurato il nuovo campanile, progettato dal capomastro Bortolo Bonichi di Mù; questa torre venne smantellata nel 1954, a causa della pericolosa inclinazione che rischiava di farla rovinare sulle costruzioni circostanti. Le pietre dell’antico campanile vennero numerate una ad una, con l’intento di riposizionarle nella nuova edificazione che sarebbe dovuta risultare identica alla precedente, cosa che avvenne solo in parte. La chiesa è ricordata nella visita del Cardinale di Milano Carlo Borromeo il 24 marzo 1580 come “ampla et decens” e si segnalava che vi si teneva una messa quotidiana secondo un antico giuspatronato dalla comunità di Edolo e dalla famiglia Federici. Ancora oggi una lapide murata all’interno della struttura rammenta questo fatto.La forma attuale di San Giovanni è il risultato di un intervento avvenuto nel XVIII secolo, operato a cura di Andrea Giordani, che approvò anche la nuova apertura sulla parete laterale e il rimodellamento dell’arco del presbiterio, coprendone gli antichi affreschi; tali pitture furono riscoperte solamente durante i restauri del 1948.  
Un’ulteriore modifica risalente al 1885 creò le due monofore laterali presenti sulla facciata, con lo scopo di illuminare meglio l’interno della navata.L’edificio, esternamente dipinto con un pittura uniforme, ha la facciata decorata da due monofore ed uno stretto pronao, slanciato verso l’alto in direzione di un piccolo oculo. Sul portale vi è raffigurato una “Madonna con bambino”, San Giovanni e due sante.All’interno si presenta a navata unica lungo la quale si aprono alcuni altari laterali; trasversalmente è formata da tre campate, la prima delle quali, sopra l’ingresso, ospita un loggiato, mentre l’ultima forma il presbiterio.Sia sulla parte destra che su quella sinistra rimangono frammenti di antichi affreschi che un tempo dovevano ricoprire interamente l’interno della chiesa. Ma è in direzione dell’altare che il complesso palesa il suo maggiore interesse artistico: introdotto da un’arcata a sesto acuto, decorata con dieci riquadri alternanti Sibille e Profeti, si apre il presbiterio interamente affrescato. La mano che operò la decorazione è quella di Paolo da Caylina il Giovane, nipote di Vincenzo Foppa, che affrescò la chiesa di San Giovanni probabilmente attorno alla prima metà del cinquecento. Nell’800 molti attribuirono questi affreschi al Romanino, anche se già il Cavalcaselle sollevava dei dubbi, ipotizzando però l’intervento di Callisto Piazza. Solo dopo l’intervento critico del Morassi nel 1939 prevalse l’attribuzione a Paolo da Caylina il Giovane.La decorazione della volta del presbiterio si presenta suddivisa in numerosi spicchi poligonali, che formano una stella ad otto punte contenente triadi di angeli musici e cantori; questi spicchi trovano il loro centro in un oculo decorato con la figura di Dio Padre.
Alternati alle figure angeliche completano la decorazione della volta delle rappresentazioni ispirate alla Genesi e all’Esodo: la creazione di Eva, la tentazione, la cacciata dal paradiso, Adamo ed Eva condannati al lavoro, le offerte di Caino ed Abele, l’assassinio di Abele, il patriarca Abramo e Mosè con le tavole della legge (quest’ultimo parzialmente danneggiato). Smussano gli angoli quattro lunette, che contengono le raffigurazioni degli Evangelisti; segnaliamo qui che sia San Marco che il leone che lo rappresenta sono stati ridipinti successivamente, ad inizio novecento, da Vittorio Trainino.Le tre pareti che compongono il presbiterio sono loro volta tripartite da colonne dipinte che contengono scene dalla vita di San Giovanni Battista. Quella destra è occupata dai fatti che precedono la nascita del Battista: l’annuncio dell’angelo a Zaccaria della nascita del figlio, la nascita dei san Giovanni e la Visitazione di Maria ad Elisabetta.Al centro, alle spalle dell’altare, vi è Cristo crocefisso con la vergine, la Maddalena e Giovanni evangelista, attorniato sulla destra dal battesimo di Gesù e sulla sinistra dalla Decollazione del Battista.L’ultima parete, quella sud, sulla quale si apre una vistosa finestra, contiene rappresentazione del Banchetto di Erode e del Battista che predica alla folla. Nelle raffigurazioni è interessante notare la scelta del Caylina di dipingere delle balconate, che sostengono numerosi figuranti e animali i quali osservano le scene descritte. Questo stile che ricorda molto le soluzioni operate da un altro grande pittore suo contemporaneo che aveva lavorato in Val Camonica: il Romanino.

Informazioni
Indirizzo: Edolo, via San Giovanni
Apertura: Tutti i giorni dalle 8.00-12.00 e 15.00-18.00
Ricorrenza festiva: 24 giugno

Contatti:
Rettoria di San Giovanni: 0364.71638