Comune di Coccaglio

Il Comune
Viale Matteotti, 10
25030 Coccaglio (BS)
protocollo@pec.comune.coccaglio.bs.it

Sindaco: Franco Carletti

Informazioni Generali
Abitanti: 7721
Altitudine: 162 s.l.d.m.
Mercato: Mercoledì mattina in piazza Europa
Festa Patronale: SS. Maurizio e Giacinto, 22 novembre

Storia, Arte, Cultura
Il “castrum” di Coccaglio, costruito in un punto di grande importanza strategica faceva parte di un più ampio e articolato complesso di difesa del territorio cenomane posto sulla sinistra del medio corso dell’Oglio contro gli Insubri. Le evidenti tracce che ancora esistono nella nostra campagna di una centuriazione incentrata sul “castrum”, le cui centurie hanno le stesse dimensioni di quelle della centuriazione cremonese del 219-190 a.C., le tombe e le piccole necropoli del II secolo a.C. rinvenute a Cologne ed a Pontoglio fanno pensare che il “castrum” sia diventato il caposaldo settentrionale della centuriazione di Cremona, alla quale era pure collegato con una strada, ed il centro amministrativo di un vasto “pagus” gallo-romano. Tra la fine del V e la prima metà del VI secolo d.C. sull’impianto amministrativo ch’era rimasto dell’antico “pagus”, dopo la disgregazione dell’Impero, si sovrappose l’organizzazione della pieve cristiana che, oltre a diffondere capillarmente la fede ed a consolidarla su gran parte di quello che era stato l’antico territorio pagense, ricostituì nuove forme di vita civile, sociale ed economica soprattutto dopo la conversione al cattolicesimo dei Longobardi (la cui presenza a Coccaglio nei documenti del 1100 appare ancora consistente) e dopo la conquista dei Franchi. In questo periodo la pieve coccagliese diventò matrice delle vicinie e delle chiese di Chiari, Castrezzato, Rovato, Cologne e probabilmente di quelle di Pontoglio, di Rudiano e della pieve di Palazzolo favorendo la fusione delle diverse stirpi che s’eran stratificate sul territorio e preparando in tal modo le popolazioni dei futuri comuni.

Dal XII secolo fino al passaggio definitivo di Brescia sotto il dominio veneto, la storia della borgata fu segnata dai contrasti sanguinosi tra guelfi e ghibellini e tra i vari aspiranti alla signoria bresciana; gli episodi di violenze e di distruzioni che ci sono stati tramandati documentano un’epoca turbolenta e dura per la gente di tutta la nostra regione. Il definitivo passaggio di Brescia e di Bergamo sotto il serenissimo dominio nel XV secolo segnò per il paese un periodo di prosperità, anche se interrotto in diverse occasioni dal passaggio di eserciti amici e nemici che portarono carestie e pestilenze.

Dalla seconda metà del XVI secolo iniziò un periodo lunghissimo di decadenza demografica ed economica insieme che, pur con qualche pausa, durò fino alla fine del dominio veneto ed oltre. Il calo demografico rovinosamente marcato dalla pestilenza del 1576 e da quella gravissima del 1630 era già cominciato prima e continuò anche dopo tali eventi, tanto che nel 1792 toccò i 1523 abitanti.

La riforma cattolica promossa dal Concilio di Trento influenzò tutto questo periodo; nel contesto della sua attuazione vanno rilette le visite pastorali del vescovo Domenico Bollani del 1565, quelle di S.Carlo del 1580 e dei successivi vescovi bresciani intese a difendere la fede ed a correggere i costumi. Lo spirito della riforma ha segnato nel XVII secolo le modifiche apportate alla vecchia “pieve”, la costruzione della chiesa di S.Giovanni (l’attuale sala teatro) al posto del battistero e l’erezione nel XVIII secolo della nuova parrocchiale che rimane testimonianza di un miracolo di fede considerando i tempi di miseria durante i quali fu edificata. Sono pure di questo periodo alcune belle residenze padronali costruite in paese e nella campagna dai cittadini bresciani. Nel 1796 con l’erezione dell’ “albero della libertà” in piazza, una parte della piccola borghesia coccagliese insofferente del mummificato governo oligarchico della Serenissima e dei freni imposti all’economia, salutò l’arrivo dei francesi di Napoleone come l’inizio di una nuova epoca. Origine del nome Molto probabilmente trae la sua origine dall’antico termine dialettale coca, che in bresciano significa “cima” o “pendice”, in riferimento alla presenza di dossi sul territorio.

Itinerari
Passeggiata in Campagna

Da Vedere:

 

  • Cascina Santella, un’interessante struttura dell’epoca romanica
  • Cascina S.Croce, un esempio di cascina-villaggio di impronta medievale
  • Cascina Valenca Alta, costituita da una chiesa e da stalle di pregevolissima struttura architettonica
  • Cascina Valenca Rigata, un curioso esempio di cascina decorata a larghe bande bicolori
  • Palazzo Porro-Schiaffinati, di fattura settecentesca
  • Palazzo Calini, con architetture e particolari artistici tipici delleville residenziali della fine del ’700

Mappa del Comune: