Presepio di San Paolo VI

Questo “strano” museo ha quasi mezzo secolo e il numero dei visitatori è in costante crescita. Vengono anche da lontano per visitare l’opera di certosina pazienza e di perfetta conoscenza della meccanica che rappresenta il Natale.
Un’opera in lento progressivo ampliamento che la passione di un gruppo di amici continua a perfezionare in tutti i suoi aspetti, scenici elettrici e meccanici. Alla scenografia biblica si sono sovrapposte le tradizioni natalizie di altri popoli nei quali si vedono riflesse le culture africane, indiane, sudamericane, quelle dove il Vangelo è stato accolto. Bisogna tornare indietro di quasi mezzo secolo, al Natale 1958 quando alcuni giovani si ritrovarono nei locali del vecchio oratorio, insieme a don Gino Zoli, per allestire un piccolo presepio come erano soliti fare, secondo la tradizione.
Ma quel piccolo presepio non venne mai più smantellato. Anzi, di anno in anno l’impegno e la passione dei suoi artefici si intensificarono, il presepe si animò di nuove scene, di nuovi personaggi, fino a diventare un’opera di alta perfezione. Un piccolo capolavoro di congegni elettrici e meccanici che si muovono in perfetta sincronia che riflette indiscussa abilità e grande passione del gruppo che si è riunito nell’Associazione Amici Museo Presepio Paolo VI prò Missioni.
Tra i numerosi visitatori si ricordano anche eminenti personalità del mondo civile e cattolico, come per esempio il vescovo di Brescia, monsignor Luigi Morstabilini che lo visitò nel settembre del 1982. Non mancò nemmeno il suo successore, il vescovo Bruno Foresti (che lo inaugurò il 22 ottobre 2000). Naturalmente lo visitò anche monsignor Bruno Nicolini, vescovo di Cremona, che a San Vigilio era nato. E vennero in questi lunghi anni anche mons. Pasquale Macchi, mons. Giovanni Battista Re e molti altri.

 

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