Franciacorta: Cenni storici

Le corti monastiche

La storia della Franciacorta è stata pesantemente segnata dalla presenza di grandi enti che vi avevano, già prima del Mille, grandi possedimenti. Tra le fondazioni monastiche più attive nel dissodamento, bonifica e coltivazione del territorio c’era il monastero femminile di Santa Giulia di Brescia (fondato dal re longobardo Desiderio), le cui proprietà franciacortine sono documentate dal così detto “polittico di Santa Giulia”, un antico codice della seconda metà del secolo IX. Nella stessa epoca sono attive numerose altre corti monastiche tra cui quelle di Clusane (priorato clunaicense), Colombaro (cella di Santa Maria), Timoline (corte di Santa Giulia), Nigoline (corte di Santa Eufemia), Borgonato (corte Santa Giulia), Torbiato (corte dei monasteri di Verona e di san Faustino di Brescia).

Fra guelfi e ghibellini Dante si rifugiò a Paratico
Durante il periodo delle Signoresse la Franciacorta era tutta guelfa, tranne due centri importanti alla sue porte (Palazzolo e Iseo) che erano nelle mani dei ghibellini. Vi trovò rifugio alla corte Lantieri e Paratico e poi a Capriolo l’esule Dante Alighieri. Furono anni assai cruenti, pieni di lotte e di intrighi, a cui pose fine la signoria di Pandolfo Malatesta: grazie a un prolungato periodo di stabilità si ripresero le attività agricole e rifiorì la produzione vinicola. Il passaggio del bresciano dal dominio visconteo a quello veneziano, vede alla ribalta il la Franciacorta. A Gussago, infatti, nel 1426 fu organizzata la congiura dei nobili guelfi che consegnarono la città di Brescia alla Repubblica Veneta. In questo periodo furono costruite le prime torri di avvistamento quadrate e merlate, che ancor oggi caratterizzano la Franciacorta. Il territorio franciacortiano verso la fine del ’400 era suddiviso nelle 3 quadre (sorta di distretti, con proprio capoluogo) di Rovato, di Gussago e, solo in parte, di Palazzolo.

I vespri di Rovato
La lotta tra Venezia e la Francia portò ancora la guerra in Franciacorta: nel 1509 la popolazione, in una ribellione diventata quasi leggendaria e chiamata piuttosto enfaticamente “vespri della Franciacorta”, insorse contro i francesi. Centro della rivolta fu Rovato. In seguito alle vittorie italiche di Napoleone, anche nel bresciano fu proclamata la Libera Repubblica e nei paesi della Franciacorta si alzarono i vessilli della libertà e si distrussero le insegne della Serenissima. Poi fu la volta della dominazione austriaca, delle lotte risorgimentali, dell’annessione al Regno d’Italia.

Viticoltura, enologia: un patrimonio antico
Il vino in Francia ha una storia molto particolare, una storia iniziata almeno ufficialmente, nel 1570: un testo scritto in quell’anno del medico bresciano Gerolamo Conforti, dal titolo “Libellus de vino mordaci”, si descrive la notevole diffusione e il largo consumo in quell’epoca di vini prodotti sulle colline moreniche a sud del Sebino, ottenuti con le rifermentazione in contenitori chiusi; vini “mordaci” cioè briosi e spumeggianti. Nei secoli successivi la viticoltura della Franciacorta ha attraversato favi alterne ma la produzione del vino non si è mai interrotta: i vini franciacortini erano conosciuti e apprezzati anche nel secolo scorso, anche fuori dal ristretto ambito locale. Ma è verso la fine degli anni ’50 che le cose hanno veramente cominciato a cambiare ed è nata la moderna Franciacorta vitivinicola: le tappe vengono bruciate in pochissimi anni e nel 1967 i vini della Franciacorta sono riconosciuti come prodotto di pregio e di qualità e ottengono la Denominazione di Origine Controllata (D.O.C.). verso la fine degli anni ’70 l’Italia riscopre il piacere della buona tavola e dei prodotti raffinati: produrre alimenti e vini di qualità comincia a diventare un vero e proprio buisiness. In Franciacorta diversi imprenditori e manager iniziano a investire acquistando terreni e residenze per i fine settimana  e impiantando vigneti. L’agricoltura viene presa all’inizio come un hobby poi sempre più sul serio; si iniziano a investire molti capitali in campagna e cantine. In pochi anni le aziende vinicole aumentano considerevolmente di numero e la proficua competizione che si viene a creare dà eccellenti risultati sia in termini qualitativi sia in termini di crescita economica.