Rodegno Saiano

L’ antichissima abbazia olivetana
Rodengo Saiano, dal 1927 un unico comune, ha origini antichissime: Saiano infatti fu fondata in epoca romana e Rodengo in epoca longobarda. II primo nucleo abitato fu, nel medioevo, quello sorto attorno al castello di Saiano, di cui oggi rimangono solo pochi ruderi, ma che nel passato fu scenario di importanti vicende. Dopo aver dato un’occhiata dall’esterno a villa Fenaroli (tipica dimora tranciacortina di una famiglia nobi te. le bresciana, ben inserita nel paesaggio), appena fuori dal paese va assolutamente visitata l’abbazia di San Nicola, uno dei più imponenti complessi monastici d’Italia, caposaldo della presenza benedettina in Franciacorta. Fondata nel X secolodai monaci cluniadir censi e passata verso la metà del XV secolo all’Ordine Benedettino Olivetano, che la ricotruì, chiamandovi I migliori artisti bresciani del periodo. Al massimo fulgore raggiunto nel ’600, quando i monaci possedevano oltre 360 ettari di terreno, seguì nel 1779 la soppressione e il decadimento. Donato allo Stato nel 1974 e nuovamente affidata agli Olivetani, ha subito negli ultimi anni imponenti restauri, che l’hanno riportata al suo antico splendore. L’abbazia si articola attorno a tre grandi chiostri ed è decorata con opere dei grandi pittori della Scuola Bresciana del ’500 e del ’600 (Foppa, Romanino, Moretto, Gambara, Cossali).

La chiesa è decorata con stucchi e affreschi settecenteschi e, fra le opere d’arte che racchiude, annovera anche Cristo con i Ss. Pietro e Paolo del Moretto (1545), le Nozze di Cana del Cossali (1608) e un pregevolissimo coro ligneo intarsiato del 1480. Molto bella è anche la sagrestia, pure affrescata, con antichi mobili seicenteschi. Da visitare sono anche la sala del Capitolo (con un Cristo re di Pietro Marone del 1599), I’antirefettorio decorato nel 1570 da Lattanzio Gambara con visionarie Scene dell’Apocalisse, il grandioso refettorio realizzato fra il 1580 e i 1590 con la volta decorata con affreschi prospettici da Tommaso Sandrini (1608) e Grazio Cossali e,ulla parete di fondo, una splendida Crocifissione di Floriano Ferramola, la sala coni dipinti del Romanino. L’abbazia è visitabile tutti i giorni dalle 9 alle 12 e dalle 15 alle 18: al suo interno dove fra l’altro c’è un laboratorio di restauro del libro i monaci producono ancor oggi liquori a base di erbe.

A tavola di stagione in stagione
Proprio accanto al convento, ci si può fermare a pranzo al ristorante Abbazia, spazioso e, d’estate, con la possibilità dì mangiare all’aperto. Cucina tradizionale e vini franciacortini. Cucina bresciana, ma anche pesce su ordinazione, torte fatte in casa: queste le caratteristiche dell’Antica Trattoria Tancredi, un ambiente accogliente, dove il menù varia stagione per stagione.

Una fortezzacara al paese
La Rocca è un luogo ricco di storia e particolarmente caro agli abitanti di Rodengo Saiano. Nel luogo dove ora sorge la cascina sede dell’azienda vinicola La Rocca, un tempo vi era un’antichissima fortezza, all’interno della quale si rifugiarono gli abitanti di Rodengo quando Carlo Magno entrò in paese. Dalla cascina, ristrutturata nel 1’982 con grande attenzione e buon gusto, si gode un panorama molto bello che domina tutta la Franciacorta: si può visitare e vi si possono acquistare vini. Da giovedl a sabato, inoltre, vi funziona un buon agriturismo, dove vengono serviti i piatti tradizionali della campagna bresciana. Vini della Franciacorta si possono acquistare anche all’azienda Mirabella, fondata nel 1979 da otto soci, fra cui la regista Una Wertrn ìller, che ora oltre ai Franciacorta Docg e ai vini tranquilli Doc e Igt produce anche due VSQ chiamati “Wertmùller”, uno bianco e uno rosè.

Ome
Fra colline e vigneti, le Terme di Franciacorta A 242 m di altitudine, Ome ha un clima particolare, fresco limpido, che dà la sensazione di essere quasi in montagna. Circondata da vigneti e da boschi, è suddivisa in caratteristiche contrade dai nomi antichi, come Fus, Nas, Martignago, Borbone, e dalle tipiche case in pietra. Località climatica e di villeggiatura, è frequentata perle sue Terme. D’origini preromane, abitata da Longobardi, fra gli antichi edifici conserva la chiesa di Santo Stefano con affreschi del ’400, la parrocchiale seicentesca con un bellissima cantoria intagliata da Andrea Fantoni e, in frazione Cerezzata il quattrocentesco santuario della Madonna dell’Avello, con affreschi del ’500, a cui è intitolata la sagra settembrina del paese. In una posizine incantevole si trova infine la chiesa di San Michele, d’origine longobarda, ma rifatta nel ’400, decorata con affreschi del ’400 e del ’500.

Alle Terme per rimettersi in forma A Ome, nello splendido scenario delle colline ricoperte di vigne, le Terme sfruttano i benefici effetti di due fonti, la Fonte del Maglio (da cui scaturisce acqua bicarbonatocalcica) e la Fonte Piccola (da cui scaturisce acqua ferrugginosa). Queste acque sono particolarmente indicate per combattere le malattie biliari, del fegato, dei reni, dell’apparato respiratorio, nonchè per curare diabete e obesità e hanno una decisa azione fluidificante e antinfiammatoria in riniti e rinosinusiti. La più tipica cura, a Orne, è quella della “bibita termale”: bere l’acqua che sgorga dalla Fonte del Maglio serve infatti per curare varie affezioni, fra cui la calcolosi delle vie urinarie e sue recidive e la dispepsia di origine gastroenterica e biliare. Sempre sotto controllo medico, si fanno bagni termali e cure inalatorie. Il tutto è convenzionato dal Servizio Sanitario Nazionale. All’interno della struttura si trova un funzionale Centro Benessere (aperto tutto l’anno), un luogo ideale dove potersi rimettere in forma combinando ai trattamenti termali, metodiche naturali, rieducazione funzionale, wellness (palestra attrezzata, percorso salute nel parco e corsi di corpo libero, stretching, aerobica, step, body sculpture, ginnastica posturale, yoga ecc.). Qui, fra l’altro, chilo desidera può farsi prescrivere diete personalizzate, o curarsi con metodi alternativi come I”indologia, l’agopuntura, l’omeopatia, l’aromaterapia.

Vigneti in discesa
A Majolini la passione del vino è di famiglia. I Maíolini (in un antico registro parrocchiale il cognome è scritto Majolini) abitano a Ome dal ’600, ma sono particolarmente legati al Ruc di Gnoc, una piccola località sulla collina che sovrasta l’abitato, dove e stato coltivato il primo vigneto di proprietà della famiglia, che ancora oggi fornisce l’uva al Terre di Franciacorta Rosso Ruc de Gnoc. A questo primo vigneto se ne sono aggiunti altri, tutti di alta collina, posizionati su ripidi pendii.

Per ulteriori informazioni la invitiamo a visitare la pagina dedicata al comune di Rodegno Saiano