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Franca Ghitti: L’ultima cena
26/05/2011 10:00 - 26/07/2011 18:00

Franca Ghitti: L’ultima cena

MUSEO DIOCESANO, Via Gasparo da Salò, n. 13

Tel.: 03040233

museo@diocesi.brescia.it.

Una Gabbia-installazione che accoglie un grande dipinto dell’Ultima Cena assieme a tavole delle offerte e oggetti di pena e fatica, di quotidiana Via Crucis degli umili e dei reietti, collocata al Museo Diocesano, in un nuovo allestimento dopo quelli nella Chiesa di San Gottardo a Erbanno di Darfo e nell’Antico Oratorio della Passione al complesso della Basilica di Sant’Ambrogio a Milano. Nell’ Ultima Cena le figure degli Apostoli stanno rinserrate al Cristo, in una tessitura pulsante, come avvinte alla Provvidenza, nella speranza di riscatto. La gabbia grafica che le stringe in una comunanza di destino s’allarga in un segno denso, assomiglia al cernecchio di piombo che fissa i frammenti delle vetrate.

Franca Ghitti evoca spesso per la sua ricerca “un mio romanico minore” alludendo al suo farsi partecipe di un’arte corale e popolare, nella reinvenzione di materiali vissuti, lavorati tramite un “segno ordinatore” che scandisce il tempo lungo della storia sociale: le sagome ridotte all’osso dell’ Ultima Cena stanno come presenze remote scese dalle pareti delle cattedrali. Un mondo scabro, rude, di umanità di popolo messa a nudo, rovesciata su una ribalta esemplare, come emblematica galleria di una condizioneumana strappata con aspro amore al tragico creaturale.

Lo sguardo passa dall’Ultima Cena dipinta alla tavola delle offerte posta ai suoi piedi, evocata attraverso un’imbandigione di “coppelle” o tazze di siviera (nelle antiche fucine servivano per versare il metallo fuso nelle forme). E sulla rete-gabbia di maglia metallica da cantiere s’inerpicano “accidenti”, allusivi del sacrificio cruento, ma più in generale, nella loro ritmica, segnali d’una millenaria iterazione di una fatica, di un dolore, di una speranza. La Gabbia-installazione è mensa e altare rituale, luogo del consumarsi del sacrificio, della morte e della rinascita. Nel chiostro e nella sala del Museo, altri oggetti e “paramenti” irti di chiodi e intessuti di scritture delle ferite e dei dolori dell’esistenza completano l’installazione. Sui segni della cultura materiale viene instaurata una ritualità di purificazione esistenziale per l’uomo contemporaneo, chiamato a ritrovare il senso profondo della comunità.

Segno su segno, chiodo su chiodo, tazza su tazza, Franca Ghitti scandisce una Passiocome attraversamento d’una memoria antropologica volutamente periferica edessenziale.

Orari: Tutti i giorni escluso il mercoledì dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 15.00 alle 18.00

Genere: arte contemporanea personale, installazione

Ingresso: € 3