Adro

Una torre ghibellina a guardia dei vigneti Da Nigoline ad Adro è una mandata di chilometri, che si percorrono fra filari di viti e campi coltivati. Prima di arrivarvi, vai la pena di fare una piccola deviazione verso il santuario della Madonna della Neve, la cui festa si celebra il 5 agosto, sorto nel luogo in cui nel 1519 apparve la Vergine a un pastore sordomuto. L’edifico attuale, a pianta ottagonale, fu edificato nel ’700 e conserva al suo interno opere lignee del Fantoni e numerosi exvoto. Accanto, si può visitare (solo preavvisando, tel_ 0307356623) un piccolo ma interessante Museo della seta e del lino allestito in una ex casa colonica da un padre del santuario, che racconta la storia di queste due lavorazioni, tipiche della Franciacorta. Sempre prima di raggiungere Adro, ecco la sua piccola frazione di Torbiato, dove nel medioevo esisteva un castello, all’interno delle cui mura si trovava fra l’altro una chiesa dedicata a San Faustino, i cui rimangono l’abside romanica e un campanile settecentesco. Da visitare è la parrocchiale di San Faustino e Giovita, decorata con affreschi di Giovanni Cresseri.

Un antico borgo
Adro si trova alle falde meridionali del monte Alto (con i suoi 651 m di altitudine la “vetta” della Franciacorta) da cui si gode un ampio panorama sulla campagna. Il paese dominato da un’alta torre d’avvistamento ghibellina in pietra, che faceva parte, on il castello (di cui rimangono alcuni ruderi del ponte levatoio) della cerchia difensiva medievale: le origini sono comunque ancor più antiche, come testimoniano alcune tombe del Ill e IV secolo riportate alla luce nel corso di scavi. Sempre in collina si trova anche la chiesa di Santa Maria Assunta del XVI secolo (ex parrocchiale), decorata con un bel ciclo di affreschi cinquecenteschi della scuola del Ferramola. Nel piccolo centro storico ben restaurato, si allineano le facciate di edilizia minore nobiliare settecentesca e ottocentesca, fra cui spicca (in via Roma 30) palazzo Pradella, decorato con intressanti affreschi di tema paesaggistico da Giuseppe Manfredini. Il cuore è piazza Vittoria, con la parrocchiale di San Giovanni Battista (con ricche decorazioni e affreschi barocchi, una pala d’altare di scuola del Romanino, opere lignee dei Fantoni), per la cui realizzazione avvenuta grazie al contributo della popolazione furono impiegati oltre cent’ anni. Da qui il detto popolare “Laurà per la tesa de Ade(‘ (“Lavorare per la chiesa di Adro”), cioè “Lavorare senza nessuna ricompensa”. Imponente, in pietra, è infine all’estremità del paese palazzo Bargnani, ora sede del Comune e un tempo di proprietà dei conti Dandolo, famiglia a cui appartennero il letterato Tullio e i due figli, Enrico ed Emilio (eroi delRisorgimento) e Ermellina Maselli, che ne fece un vivace cenacolo culturale. Costruzione settecentesca, conserva nella sua quadreria numerosi ritratti, fra cui uno molta conosciuto di Giacomo Cerruti, detto il Pitocchetto. Originale perla sua pianta ellittica è l’attigua cappella gentilizia, con una grande pala d’altare forse della scuola del Moretto.

Cornaleto, un agriturismo nella quiete
Ad Adro si può pernottare e degustare piatti genuini all’azienda agricola Cornaleto, una grande casa bianca immersa nel silenzio, con vista sui vigneti e panorama a perdita d’occhio, cuore di una bella tenuta agricola dove si producono ottimi vini. A mezza costa, ai piedi del monte Alto, circondata dalle vigne e con un fitto bosco di robinie e castagni alle spalle (ideale per rilassanti passeggiate), l’agriturismo ha 6 camere doppie (una struttura per accogliere disabili), moderne e molto spaziose, nel corpo principale, e altre 5 più 3 monolocali in un edificio attiguo. Il ristorante, tra le altre cose, propone un “menu bollitine” a base di pesce e un “menu degustazione” con specialità locali, abbinati ai vini dall’azienda, che variano di settimana in settimana: è aperto durante i weekend, o su prenotazione. L’azienda ha anche una sala congressi da 80 persone. Ben titolata la cantina, dove si producono Franciacorta Docg, anche millesimati, e Terre di Franciacorta Doc, rossi importanti con cru particolarmente pregiati come il Poligono e il Baldoc, e bianchi delicati con cru particolarmente profumati come il Saline e il Corno Nero. li titolare, Luigi Lancini, con i figli Vittorio ed Emilio, con piacere accompagnano i visitatori in cantina e fanno degustare i loro vini.

Una cantina nella fornace
La Contadi Castaldi è una grande azienda che merita di essere visitata anche per l’originalità della sua cantina. Il locale, che è a Biasca località appena fuori Adro, è stato ricavato da una vecchia fornace di mattoni: le bottiglie sono stoccate nel tunnel dove un tempo cuocevano i laterizi. Producono quattro differenti tipi di Franciacorta: il Brut, il Rosè, il Satèn e lo Zero. Quella di Battista Cola, ad Adro, è un’azienda relativamente giovane. L’azienda agricola Cola nasce infatti nel 1985 quando Battista impresario edile con l’hobby della viticoltura, che non appena ha un po’ di tempo affianca il padre nei vigneti riesce a coronare il suo sogno: lasciare l’attività edile e mettersi a coltivare i vigneti. Seguendo la politica dei piccoli passi, l’azienda si è via via ingrandita e oggi produce tutta la gamma dei Franciacorta. Se si desidera poter visitare la cantina è necessario prenotare telefonicamente.

Camicie in fabbrica
Camicie, anche su misura. si possono acquistare alla Veltex di Lancini, una fabbrica con spaccio (via Provinciale 47, tel. 0307450507). In questa zona della Franciacorta ci sono anche altre camicerie, che vendono direttamente al pubblico la loro produzione. Solitamente sono ben indicate da grandi cartelli.

In tavola, sapori di lago e di campagna
Formaggi e Dolo L’ invidiabile posizione geografica consente alla Franciacorta, inserita fra la Pianura Padana, la montana Val Camonica e il lago d’ileo, di disporre di una grande varietà di prodotti alimentari tipici e genoani. I formaggi, innanzitutto, quali la “monterfina” (prodotto franciacortino che prende il nome dal monte Orfano, dal sapore delicato), le robiole, gli stracchini. il quartirolo, il “s’Iter” (formaggio saporito del monte Guglielmo), il formai deMút camuno. Fra gli insaccati, salami sia di pianura che di montagna e salsicce (fra cui quella di Tastiate, tipica della Media Valcamonica): E poi mieli e dolci piu tipico :O il bossalà, variante del pandoro veronese, a base di uova e burro.

Quella della Franciacorta è una gastronomia particolarissima, tutta giocata fra due poli: la cucina contadina di carni della campagna bresciana e quella di pesce del vicino lago d’Iseo. I due piatti più tipici sono così il manzo all’olio cucinato secondo la tradizionale ricetta di Rovato, e le tinche ripiene, piatto tipico di Clusane, piccolo paese di pescatori sul lago d’Iseo. II piatto in grado di coniugare queste concrete esigenze e di saldare l’insieme delle tradizioni era rappresentato dalla polenta, che possedeva una semplice ma ineguagliabile virtù: quella di sapersi accompagnare a ogni genere di alimento, come il pane. E la polenta accompagna ancor oggi tinche e carni.

Le chiamano sardine, ma… Uno dei piatti più tipici del basso lago sono le cosidette “sardine alla griglia”. in realtà si tratta di agoni essiccati al sole per una decina di giorni, messi sott’olio per qualche mese e poi cucinati sulla griglia, conditi con olio, aglio e prezzemolo. Lo stesso procedimento viene seguito per essiccare cavedani ed aole. Questo antico modo di conservare e preparare il pesce viene ancora seguito in alcuni paesi; come Clusane e Iseo, e a Monte Isola, dove i pesci vengono messi a seccare nei mesi più freddi (soprattutto in febbraio e marzo) su caratteristici graticci disposti lungo la riva del lago, o infissi su archetti di frassino

Vini e piatti…amati sposi I vini sembrano nati apposta per i piatti. Il Franciacorta è un ottimo vino da tutto pasto e, nelle sue varianti, trova i migliori abbinamenti con tutte le portate, dagli antipasti ai dolci. In particolare, si sposa splendidamente agli antipasti e ai piatti leggeri in generale, ma anche ai vari piatti a base di pesce di lago: i filetti di persico più o meno dorati, il gusto deciso delle alborelle, degli agoni e persino dei cavedani seccati al sole trovano, nelle diverse varietà del Franciacorta, un compagno di viaggio semplicemente invidiabile. Il Terre di Franciacorta Rosso trova il suo abbinamento ideale con le carni rosse e, quindi, con il manzo all’olio, mentre il Bianco accompagna magnificamente le portate di pesce.

Bolliti e spiedi Fra le carni, ottimi sono i lessi, la cui “capitale” è appunto Rovato, uno dei migliori mercati della carne italiani: nelle sue trattorie (come in quelle delle altre località franciacortine) vengono proposti eccellenti carrelli di bolliti misti, dove la fa da padrone il manzo, assunto da quasi un secolo a simbolo gastronomico dell’intera zona. Nell’Italia povera d’inizio ’900, la carne entrava nella dieta familiire molto raramente e con il diffondersi del commercio del bestiame nacque l’esigenza di perfezionare il livello qualitativo dell’allevamento bovino locale. Il famoso manzo di Rovato divenne così un simbolo della qualità gastronomica franciacortina. Un’altra gloria della gastronomia locale sono gli spiedi, che vengono proposti con leggere varianti in molte trattorie e ristoranti della Franciacorta{rinomati quelli di Gussago). Sono un piatto tipicamente autunnale, come cacciagione e funghi, accompagnati dall’immancabile polenta. Fra i primi, gnocchi di patate e casonsei (versione bresciana dei ravioli), tortelli e strangolapreti (gnocchetti di spinaci).

Tinche, salmerini, coregoni… Il pesce di lago, cucinato semplicemente alla brace o in forno, oppure ingrediente base di elaborate ricette, è il piatto forte della gastronomia del lago d’Iseo, Fra i pesci più tipici ci sono la tinca (cucinata al forno o ripiena e di solito accompagnata da polenta), i salmerini, i coregoni, le anguille. Ottime le aole e altri pesci di lago essiccati al sole, messi sottolio e poi cucinati alla brace e serviti con la polenta. Fra i piatti più tradizionali della cucina lacustre ci sono gli antipasti di sardine alla griglia, le aole in carpione, il risotto di pesce persico, la terrina di luccio, l’insalata e la zuppa di pesce di lago, oltre naturalmente alla tinca al forno.

Intorno al Monte Orfano
Fra prestigiose aziende vinicole e antiche ville Questo itinerario ha come centro ideale il monte Orfano, ultima propaggine della Franciacorta verso la pianura. L’isolamento, l’altitudine, la fitta vegetazione che lo ricoprono lo rendono ben identificabile fin da lontano. Antichissimo (si formò infatti circa 12 milioni di anni fa), ha un’origine non ancora ben chiarita, dato che il suo orientamento perpendicolare alle grandi vallate alpine che sfociano nella pianura indica che non si è formaTo (come le colline moreniche della Franciacorta) col materiale alluvionale disceso dalle montagne. Abitato fin dall’antichità, scelto come ideale luogo di avvistamento in grado di controllare le vie della pianura, conserva ancor oggi i resti di antiche postazioni fortificate, da cui sigode una bellissima vista sulle colline della Franciacorta e sulla pianura: la torre di Cologne e il castrum di Coccaglio. Qui fu fondato sopra i ruderi di un antico tempietto Pagano il primo dei sacelli cristiani della zona, San Michele sopra Rovato, qui si trovano ancor oggi due dei più importanti monasteri della Franciacorta, il convento dell’Annunciata sopra Rovato e il convento dei Cappuccini (ora trasformato in ristorante e albergo) sopra Cologne. Attraversata l’autostrada, superato Zocco, il primo paese che si incontra e Cologne,sotto le pendici meridionali del monte Orfano ricoperte da vigneti e radi ulivie, più sopra, da pini, roveri castagni, carpini. Questo versante del monte è quello maggiormente coltivato e abitato, mentre quello settentrionale è più selvaggio, ricoperto da fitti boschi. I vigneti ci accompagnano fino a Cologne e a Rovato, il paese del manzo all’olio e del bellissimo con vento dell’Annunciata Si prosegue poi per Cazzago Orfano San Martino e la sua frazione di Calino, paesi votati da tempo immemorabile alla viticoltura, dove si trovano alcune fra le più belle e rappresentative ville franciacortine. Infine, tappa d’obbligo a Borgonato, antico borgo d’origine medievale, ora frazione di Corte Franca, uno dei principali centri della Franciacorta enologica. Il ritorno a Erbusco si fa passando fra ordinati vigneti attraversando Torbiato, frazione di Adro (vedi il primo itinerario). Questo percorso tocca i principali centri di produzione del Franciacorta, dove si trovano aziende prestigiose, splendidi vigneti, antiche ville padronali. A questo proposito è bene ricordare che molte di queste antiche dimore nobiliari sono di proprietà privata e quindi non sono aperte al pubblico. Se ne possono comunque vedere dalla strada le facciate e i parchi. Alcune, invece, sono visitabili, almeno in parte: si tratta per lo più di ville e palazzi che ora ospitano la sede dì aziende vinicole e che spesso hanno al loro interno un punto vendita dei Doc e Docg Franciacorta. Lungo questo itinerario, enologia e gastronomia vanno veramente a braccetto, dato che qui si trovano anche alcuni dei più famosi ristoranti della Franciacorta.

Per ulteriori informazioni visita la pagina dedicata al comune di Adro